Cosa è una psicoterapia?

E’ molto difficile spiegare l’essenza di una esperienza psicoterapeutica. Sfugge a semplificazioni e descrizioni perché ha caratteristiche estremamente variabili. Spesso si usa la metafora del viaggio perchè traduce abbastanza bene l’esperienza di trasformazione nel tempo, dell’attraversamento di stati di sé come luoghi da esplorare e da conoscere. 

Come in un viaggio, inoltre, non si sa dire quasi mai quando o dove sia avvenuta l'esperienza trasformativa: si sa solo che una volta terminato il viaggio ci si sente cambiati pur rimanendo sempre gli stessi.

La metafora del viaggio traduce bene anche gli aspetti spaventosi, pericolosi o avventurosi di una psicoterapia: si sa dove si inizia ma non si sa dove si finisce e soprattutto quali luoghi incontreremo. 

Ma una psicoterapia non è solo questo. C'è qualcosa che sfugge alla possibilità di descriverla. 

Credo che in questo sia davvero come un viaggio avventuroso: lo fai se hai voglia di farlo, se senti una certa spinta a farlo, lo fai sapendo due o tre cose fondamentali ma non sapendo tutto. Provo allora a dare solo qualche indicazione, quelle due o tre cose fondamentali, che mi sembra che spesso vengano chieste per orientarsi.



Quale psicoterapia?


" Vado dallo psicologo", " sto andando in analisi" vengono spesso usati come sinonimi nel linguaggio comune ed è evidente il senso generale della frase. Tuttavia queste due frasi non esprimono la stessa cosa.

Sapersi orientare nel mare delle terapie psicologiche può essere molto difficile perchè nonostante l'accresciuta diffusione delle psicoterapie negli ultimi anni, non c'è stata una altrettanta diffusione di cultura psicologica. Esistono molti stereotipi in merito alla salute mentale e alle terapie psicologiche, che rendono difficile  orientarsi.

Ecco una breve guida quindi.

Innanzitutto la differenza che va posta è fra psicologo e psicoterapeuta: il primo è laureato in psicologia e può svolgere attività di ricerca, oppure di anamnesi, somministrazione testistica, primi colloqui ma non è abilitato all'esercizio della psicoterapia. Lo psicologo lavora primariamente in istituzioni ospedaliere in cui svolge le prime visite ( ma non la successiva terapia), effettua test psicodiagnostici, conduce gruppi di sostegno, colloqui con i famigliari di pazienti ricoverati o assiste il medico ospedaliero nella comunicazione di diagnosi o nel lavoro di equipe,.

Lo psicoterapeuta corrisponde invece alla figura che generalmente le persone cercano per iniziare un "percorso" di psicoterapia. Spesso lo psicoterapeuta è prima laureato in psicologia e successivamente specializzato in psicoterapia ma può anche essere un medico o un medico psichiatra.

Non esiste però una sola psicoterapia, esistono molti approcci,  ciascuno con le sue radici teoriche, i suoi strumenti e il suo setting che definiscono le modalità e le regole di svolgimento della terapia.
Alcune lavorano soprattutto sul presente e sui sintomi, altre esplorano la storia personale e i processi inconsci, altre ancora si focalizzano sulle relazioni o utilizzano tecniche specifiche per il trauma o la regolazione emotiva.

Conoscere le differenze serve a scegliere sapendosi orientare nel mare delle psicoterapie.

 

Psicoanalisi e psicoterapia psicoanalitica

Corrisponde in genere all'idea che hanno le persone della psicoterapia. La psicoanalisi è radicata nel pensiero di Sigmund Freud e nei suoi sviluppi successivi, esplora i processi inconsci che influenzano emozioni, pensieri e comportamenti. Si basa sulla relazione terapeutica e sul transfert come strumenti di conoscenza e trasformazione. È un lavoro in profondità, spesso a medio-lungo termine. Il setting è generalmente stabile ( si stabiliscono degli spazi che diventano appuntamenti fissi) e può prevedere, in base alla situazione clinica, la modalità in cui il paziente è steso sul lettino con il terapeuta alle sue spalle oppure la modalità così detta vis a vis, in cui paziente e terapeuta sono disposti uno di fronte all'altro, generalmente su due poltrone.


Psicoanalisi lacaniana

Derivata dall’opera di Jacques Lacan, psicoanalista di prima generazione che successivamente si è discostato in parte dal pensiero freudiano e creando una sua propria teoria molto articolata della dimensione inconscia e della struttura della mente. La psicoanalisi lacaniana mantiene l’attenzione alla dimensione inconscia ma con un’enfasi particolare sul linguaggio e sulla struttura del discorso. La seduta- diversamente da tutte le altre psicoterapie- può avere durata variabile ( una seduta può durare pochi minuti o ore, a seconda del significato del materiale che emerge in seduta) e si concentra sul significante, sugli atti mancati, sui lapsus, sulla posizione del soggetto nel linguaggio.


Psicoterapia dinamica non psicoanalitica

Con "dinamica" si intende in generale una psicoterapia che si interessa alle dinamiche inconsce nella costituzione del Sè e della personalità. Condivide con la psicoanalisi l’attenzione ai processi inconsci e alle dinamiche relazionali ma con uno sguardo maggiormente focalizzato sulla situazione attuale. Può integrare elementi di altri approcci e prevede in genere un ritmo meno intensivo rispetto alla psicoanalisi. Il transfert ( concetto profondamente radicato nella storia della psicoanalisi freudiana) viene utilizzato ma in maniera "soft" o diluito, intendo con esso un generico investimento sulla figura del proprio terapeuta e una conseguente attenzione sulla relazione reale fra paziente e terapeuta.

 

Psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT)

È un approccio strutturato e orientato al presente, basato sull’idea che pensieri, emozioni e comportamenti siano interconnessi. Lavora su pensieri disfunzionali e abitudini comportamentali attraverso tecniche pratiche ed esercizi. È spesso di durata breve o media. L'idea di fondo è che le dinamiche inconsce possono esistere ma non potendole "vedere" possiamo dedurle solo dagli output visibili ( comportamenti, pensieri consapevoli, ecc) e la terapia si occuperà di questi. Si fonda sull'idea di base che se si modificheranno comportamenti e pensieri consapevoli l'obiettivo del paziente, quello di non avere sintomi e stare meglio, sarà raggiunto. Queste terapie hanno dimostrata una efficacia a breve termine anche se spesso la sintomatologia si ripresenta nella mente e nella vita del paziente in un altra modalità, attraverso nuovi sintomi. Viene spesso utilizzata e privilegiata in istutuzioni ospedaliere soprattutto con pazienti gravi perchè permette in relativamente breve tempo una gestione della sintomatologia che può consentire un recupero dall'acuzie e un ritorno alla vita dopo l'ospedalizzazione.


Psicoterapia sistemico-relazionale

Si fonda su una teoria della mente che vede lo sviluppo della personalità individuale come interconnessa alla rete famigliare e sociale in cui  nasce e cresce. Il sè è visto come parte di un sistema complesso di cui rappresenta solo una parte. La terapia per questo si concentra sulle relazioni significative e sul contesto in cui i problemi si manifestano, soprattutto la famiglia. Il sintomo è visto come parte di un sistema più ampio: il cambiamento passa attraverso la trasformazione delle dinamiche relazionali e comunicative.


EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing)

L'EMDR non è propriamente una teoria psicoterapeutica ma una tecnica che può essere utilizzata da parte di psicoterapeuti di diversi orientamenti. Nasce per il trattamento di traumi e ricordi disturbanti a partire dalla scoperta empirica che attraverso movimenti oculari guidati o altre forme di stimolazione bilaterale, le reti neurali del pazienti rimangono come più duttili,  facilitando così l’elaborazione adattiva delle informazioni e la riduzione dell’impatto emotivo dei ricordi. Tuttavia negli ultimi anni l'emdr viene utilizzato sempre più spesso non solo per i traumi maggiori ( eventi traumatici circoscritti e ben riconoscibili, siano essi di tipo relazionale o ambientale) ma anche per i cosidetti traumi minori e cumulativi che in sostanza corrispondono a tutte le esperienze relazionali che possono in qualche modo aver fatto soffrire il sè. La sua caratteristica è quella di accelerare i processi riparativi delle reti neurali ed a questo è principalmente dovuto il suo successo negli ultimi 10 anni. E' bene ricordare però che trattandosi di una tecnica e non di una teoria psicoterapeutica può essere utilizzato all'interno di terapie con orientamenti molto diversi e dunque non ci dice nulla rispetto all'orientamento psicoterapico del terapeuta.


Terapie della terza generazione (ACT, DBT, Mindfulness-Based)

Evoluzione della terapia cognitivo-comportamentale, spostano l’attenzione dalla modifica diretta dei pensieri alla relazione che abbiamo con essi. ACT (Acceptance and Commitment Therapy) promuove l’accettazione delle esperienze interne e l’azione guidata dai valori personali; DBT (Dialectical Behavior Therapy) integra mindfulness e strategie di regolazione emotiva, particolarmente utile nei disturbi di personalità.


Terapia della Gestalt

Pone l’accento sul qui-e-ora, sulla consapevolezza di sé e sulla responsabilità personale. Lavora su come la persona si percepisce in relazione all’ambiente, esplorando blocchi e interruzioni nel contatto. Mira a restituire flessibilità e autenticità nell’esperienza.


Analisi Transazionale

Nasce negli Stati Uniti a partire dal pensiero dello psichiatra canadese Eric Berne negli anni 50. Berne propose un modello teorico e pratico che unisce concetti psicoanalitici, psicologia sociale e comunicazione interpersonale. Indaga il modo in cui i messaggi interiorizzati e le esperienze infantili influenzano il comportamento attuale. Utilizza il modello degli “stati dell’Io” (Genitore, Adulto, Bambino) per aiutare a riconoscere e modificare schemi relazionali ripetitivi e auto-limitanti.


Terapia cognitivo-analitica (CAT)

Si tratta di uno dei modelli che oggi cercano di integrare elementi della terapia cognitivo-comportamentale e della psicodinamica, con un approccio collaborativo e di durata limitata (circa 16-24 sedute). Aiuta a riconoscere e modificare “loop” relazionali problematici, offrendo strumenti pratici per mantenere il cambiamento.


Biofeedback

Utilizza strumenti che forniscono in tempo reale informazioni su parametri fisiologici (come frequenza cardiaca, respirazione, tensione muscolare) per imparare a regolarli volontariamente. È utile per ansia, gestione dello stress e sintomi psicosomatici.


Psicoterapia breve strategica

Sviluppata da Giorgio Nardone a partire dalla collaborazione con la scuola di Palo Alto negli anni ’80-’90.

Si fonda sul modello di problem solving strategico: l’idea è che i problemi persistano perché vengono mantenuti da tentativi di soluzione che, paradossalmente, li rinforzano. E' un approccio orientato alla soluzione di problemi specifici in tempi ridotti. Utilizza strategie mirate e talvolta paradossali per interrompere schemi disfunzionali e promuovere nuovi comportamenti, senza analizzare in profondità le origini del problema. L'obiettivo dichiarato è risolvere i sintomi.


Per avere più informazioni o delucidazioni in merito ad approcci diversi e orientamento sono disponibile a rispondere ai vostri dubbi nella maniera più "laica" e imparziale possibile. Potete scrivermi alla mail info@valentinacaglioni.com